Il nostro cervello è un organo decisamente complesso, ma cosa succede quando qualcosa va storto?
Come ci si sente a non potersi fidare neanche di sé stessi, a dover dubitare delle proprie percezioni e convinzioni? Un video tenta di spiegarci cosa si prova a convivere con una tra le più destabilizzanti patologie mentali: la schizofrenia.
Nella mente di uno schizofrenico
A metà del 2017 compare su Youtube un video che diventerà abbastanza popolare. In questo video si cerca, secondo alcuni con più, secondo altri con meno successo, di dare un’idea di cosa si prova a convivere con la schizofrenia.
Il video può piacere come no, molti affermano che la rappresentazione sia relativamente accurata mentre altri non condividono questi particolari sintomi. L’importante è provare a guardarlo anche solo per avere un’idea di come uno schizofrenico si possa sentire, ogni giorno, a convivere con questa malattia così debilitante.
Ma nel concreto, a cosa ci si riferisce quando si usa la parola schizofrenia? Sono gli schizofrenici individui violenti come molti pensano? Cerchiamo di fare un po' di chiarezza su questa malattia che sembra essere sulla bocca di tutti, ma pochi sembrano sapere veramente di cosa si tratti.
Le caratteristiche
Il nome schizofrenia deriva dal greco σχίζω (schizo, "dividere") e φρήν (phren, "cervello"), letteralmente scissione della mente. Clinicamente parliamo di uno stato di psicosi cronica con alterazione delle funzioni cognitive e percettive, del comportamento e dell’affettività tali che il soggetto non risulta in grado di condurre una vita “normale”.
Occupiamoci subito di sfatare alcuni miti a riguardo:
Mito numero 1 – Molti associano erroneamente la schizofrenia alla doppia personalità: falso. Mi dispiace rivelare che la fantastica interpretazione di James McAvoy nel film Split non è quella di uno schizofrenico, bensì quella di un soggetto affetto da disturbo dissociativo dell’identità.
Mito numero 2 – Gli schizofrenici sono violenti: falso. L’unica persona per cui gli schizofrenici rappresentano un pericolo è la propria. Sarebbero, inoltre, più inclini a subire violenze piuttosto che a compierle.
Mito numero 3 – Dalla schizofrenia non si guarisce: falso. Dalla schizofrenia si può guarire. Nonostante non tutti ci riescano, le attuali medicine compensative rendono difficile distinguere uno schizofrenico da un non-schizofrenico, permettendo ai primi di condurre una vita normale nella maggior parte dei casi.
Tra le personalità celebri affette da schizofrenia troviamo il Premio Nobel per l’Economia John Nash, il quale ha rivoluzionato la Teoria dei Giochi. La sua storia, raccontata nel libro come nell’omonimo film “A beautiful mind”, ci fornisce alcuni interessanti spunti di riflessione sulla malattia.
Le cause
La schizofrenia è una malattia cosiddetta multifattoriale, ovvero la cui origine è da ricercarsi nell’interazione tra più fattori. Si pensa che i due responsabili principali siano la genetica e l’ambiente, insieme ad una serie di altri fattori secondari.
Dal punto di vista genetico parliamo di una molteplicità di geni coinvolti. Senza dilungarci troppo nel nominarli, basti sapere che la schizofrenia è comunque considerata una malattia non ereditaria, nonostante il rischio aumenti se la propria storia familiare presenta casi di psicosi o schizofrenia.
L’ambiente condiziona l’insorgenza della malattia in vari modi. Il vivere in un ambiente urbanizzato, l’utilizzo di droghe, il gruppo etnico e particolari situazioni di disagio aumentano il rischio di contrarre la malattia in modo esponenziale.
I sintomi
I sintomi della patologia sono numerosi e vari. Essi differiscono da persona a persona e da episodio a episodio, non è quindi possibile definire quali siano i sintomi in cui incorrono tutti i soggetti affetti. Possiamo però elencare alcuni tipi di schizofrenia con i loro differenti sintomi:
- Schizofrenia catatonica: questa patologia è caratterizzata da un disturbo psicomotorio predominante. Coloro affetti da questo disturbo assumono in genere posture insolite per lunghi periodi di tempo facendo opposizione al tentativo di essere spostati. Associata spesso a una condizione di mutismo volontario o peculiari movimenti volontari.
- Schizofrenia paranoide : come dice il nome stesso, la schizofrenia paranoide è caratterizzata dall’insorgenza di deliri e allucinazioni. Il soggetto crede di essere oggetto di persecuzione o di giudizi negativi, i deliri possono essere relativamente razionali o totalmente irrazionali (teorie su alieni o complotti governativi) e presentano in genere un tema dominante.
- Schizofrenia disorganizzata : caratteristici di questa tipologia sono le alterazioni emotive e del comportamento. In genere si riscontrano difficoltà nel parlare, nell’organizzazione mentale e di conseguenza nel rapportarsi con gli altri.
A queste tre categorie principali possiamo aggiungere i tipi di schizofrenia che non possono essere racchiusi in una delle precedenti descrizioni, o perché non presentano sintomi sufficienti, o perché ne presentano molti sovrapposti. Parliamo dunque di schizofrenia indifferenziata.
Il trattamento
Per il trattamento di questa patologia è bene associare l’utilizzo di farmaci antipsicotici con un supporto di tipo psicologico-sociale. L’inclusione sociale, l’attività fisica e la musica sembrerebbero avere un effetto positivo sulla salute fisica e mentale.
In conclusione
La schizofrenia è una malattia più diffusa di quanto si pensi, che soltanto in Italia conta oltre 245.000 casi. Essa comporta costi molto elevati sia dal punto di vista economico che sociale: i malati sono più inclini ad assumere stili di vita poco sani e presentano un elevato tasso di suicidio.
Come collettività, ciò che possiamo fare è includere le persone affette da questa patologia nella società, intraprendendo dunque la strada dell’integrazione nella speranza, per loro, di condurre una vita il quanto più possibile attiva ed indipendente.
Noi di MyTherapy speriamo che questo articolo vi possa essere stato utile. Si ricorda che questo è il quarto di una serie di articoli dedicati ai disturbi mentali meno conosciuti e meno discussi. Vi invitiamo dunque, in caso vi fosse interessato, a dare un’occhiata agli altri contenuti sullo stesso argomento e, in generale, a tutti quelli sul blog di MyTherapy
Per qualsiasi commento o domanda non esitate a contattare Federico.
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